venerdì 28 maggio 2010

Il Peggior Compleanno della mia Vita

Tutto è cominciato nella notte, quando un sogno ha rivelato oscuri presagi. Certamente suggestionato dalle letture della sera prima, da mother Abagail e la sua dimora rurale priva di modernità. Ero stato invitato a casa di Elena, non so esattamente da chi né per quale motivo. So semplicemente che mi ritrovavo in questa abitazione di campagna abbastanza tipica, con un praticello dove stendere le lenzuola, in una giornata molto assolata. Un sole opaco, posticcio. L'atmosfera era surreale. Una stanza scavata nella pietra, dall'aria estremamente umida, quasi sicuramente una lavanderia. Ad accogliermi la madre di Elena, gioviale e straordinariamente ben disposta. Mi sono svegliato e mi sono detto: "Bah, che strano sogno. Visto che Elena non c'era, potevo almeno provarci con sua madre.". Dopodiché ho accantonato il pensiero.
Saltando vari passaggi superflui, si arriva alla consueta lezione del giovedì. Tutti i miei nuovi amici mi hanno accolto con grandi feste e gli auguri di rito. A chi non fa piacere ricevere auguri quando compie gli anni? E a chi verrebbe mai in mente di privare una povera anima festosa di tale cortesia? La risposta è semplice ed è racchiusa in un nome: Elena. Persino l'assente Francesco mi ha inviato un sms per augurarmi buon compleanno. Ma lei, beh, lasciamo stare. Posso anche apparire come un tipo distaccato e privo di emozioni, invece in questo involucro di macho si nasconde la sensibilità di una ragazza di dodici anni (particolarmente emotiva per altro). Lei, crudele e sprezzante, è arrivata e mi ha ignorato. Peggio, si è voltata verso di me col fine di schernirmi, reo di avere qualche gusto un pochino infantile. Mi sono detto: "dai Riccardina, non te la prendere, ciò a cui non pensi non può ferirti.". E sono andato avanti, anche se qualcosa dentro di me si era già incrinato. Ho iniziato a fingere sorrisi di circostanza, comportamenti usuali; a dissimulare. Fin quando, con l'ausilio di un fortuito suggerimento, si è ricordata di farmi gli auguri. Povero ingenuo, quanta gioia nel mio cuore al solo sentir pronunciare quelle sciocche sillabe! "Sì, mi hai fatto del male, ma sono disposto a mettere da parte l'orgoglio!". Ah, mendaci pensieri di speranza!
Abbiamo visto il film, ho capito solo verso la fine che non era 'Aragorn: Origins', nonostante tutto mi sono un po' tranquillizzato. L'aria di festa che si respirava e uno strepitoso faccia a faccia con ROBERT Corman mi hanno tirato su di morale.
Purtroppo la serata è proseguita con a braccetto il mio tormento. Dopo esser stato insultato gratuitamente un paio di volte, l'apice si è raggiunto una volta seduti a sorseggiare i cocktail(s). Ed è stato un colpo così duro che faticherò parecchio ad assorbirlo completamente. Mi ha dato dello "strano", al ché, giustamente, mi sono offeso. Eppure lei, mai paga, ha perseverato nella presa in giro. Si mettono a referto almeno un paio di "stronzo" e un "ma tu che cazzo vuoi?". Non è disumanità questa? Verso un povero cristo che non bramava altro che un po' di buona creanza e un briciolo di considerazione? Non mi sentivo così fuori luogo dalla festa delle medie in cui le mie compagnette, durante il famoso gioco "obbligo o verità", sceglievano sempre di farmi dire una verità. I miei occhioni erano a quel punto un fiume colmo di lacrime, ridotti a due strazianti lucciconi. Volevo scappare correndo via come Napoleon Dynamite, a scrivere sul mio diario dell'umiliazione appena subita. A stringere forte il cuscino al mio petto e piangere lacrime amare mentre nel lettore cd continuava a suonare "One of Us" degli Abba. Poi ho reagito e ho detto a me stesso: "NO! E' giusto che tutti sappiano ciò che ho passato!". Così ho preso coraggio e ho scritto, per provare ad esorcizzare un dolore che mi accompagnerà ancora per tanto, tanto tempo.
Grazie a tutti per essermi stati vicino in questo momento buio. Grazie.

5 commenti:

  1. Grazie a te per aver condiviso questo profondo e comprensibile dolore. Io ti sono vicino e sono profondamente rammaricato e deluso. Non pensavo, infatti, che la persona di cui parli (che non voglio nominare per non riaprire in te una ferita ancora fresca), potesse avere questa spietata freddezza e crudeltà, questa implacabile disumanità nel trafiggere e lacerare un animo candido e palesemente sensibile come il tuo...

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  2. Ti ringrazio di cuore... prometto che non ti tirerò più carciofi, se non strettamente necessario.

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  3. Le parole delle donne possono essere lame affilate che ti trafiggono tutti gli organi vitali, e ti lasciano come uno spiedino a rosolare sul fuoco della passione...lo so caro Riccardo, tutta la componente maschile di Sentieri Selvaggi e dell'umanità intera ti è vicino in questo momento di dolore e riflessione. Pensa bene però alle parole di un vecchio e saggio profeta: "Nella vita non bisogna vendere biglietti, ma creare opportunità"...orsù quindi, dimentica i vecchi biglietti e creati le nuove opportunità. P.S. raccoglierò io la tua eredità di lanciatore di carciofi, il Maranga se li merita comunque, sarò felice di tirarglieli io da ora in poi!

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  4. Si ma da una che ha asserito di non aver mai visto un film di Van Damme per intero cosa ti aspetti..

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  5. Povero Riccardo! La tua sensibilità mi ha profondamente commossa. Giuro che non piangevo così tanto da quella volta in cui vidi quel film strappalacrime di "Nemiche Amiche". Per non parlare poi degli ABBA! Quella è stata proprio la ciliegina sulla torta. Se ti può consolare, la prossima volta veniamo vestiti tutti come Meryl e Pierce alla fine del film e te la cantiamo!

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