mercoledì 19 maggio 2010

Lost in metropolitan space

Strade su strade. Vicoli. Case, finestre, portoni. Luci. Rumori. E ancora strade.
Voci. Esseri viventi, come monadi, si sfiorano in corsa verso qualcosa.Verso qualcuno. Una meta vaga per una corsa vana, che ha come fine ultimo il raggiungimento della felicità.
Rapporti labili si intrecciano e si slegano con ritmi metrolpolitani.
La mancanza di una comunicazione vera, profonda, sincera, genera solitudine.
La solitudine dell'incomprensione. Della non condivisione cronica. Diventa alienazione, diversità. L'unica scelta per chi non ha scelta, in una società isterica che ha smarrito le tracce della sua umanità.
Il diverso è colui che riscopre e segue queste tracce contro ogni corrente. E' colui che, libero dai vincoli dei normali rapporti sociali e a causa della mancanza di questi, sviluppa un suo personalissimo modo di sentire, agire, vivere.
Non è, in effetti, come è stato detto, necessariamente un sociopatico o un dissociato. La devianza non è necesariamente privazione. Può essere un arricchimento di livelli di percezione altri rispetto a quelli considerati normali.
Cosa è la "normalità" se non paura della non appartenenza.
Il diverso è colui che non ha paura di non appartenere, affermando il suo modo di percepire se stesso e il mondo.
Quello che mi piacerebbe approfondire, quindi, è la devianza generata da un tessuto urbano basato su una comunicazione che viaggia su un binario morto, che non ha più il fine ultimo di mettere in contatto le persone ma solo di generare rumore.

Spero che ciò che ho scritto non risulti banale e soprattutto che sia comprensibile!!
Besitos a todos

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