venerdì 30 aprile 2010

Associazione Culturale Amici dell'Etiopia

bene, questo è il nome del ridente ed ameno posto dove alcuni di noi sono capitati ieri sera, dopo la gioiosa proposta del Direttore di andarci a prendere qualcosa da bere dopo la lezione.. tralascerei i dettagli di ciò che abbiamo visto entrando e volterei pagina. Prima però citerei un commento uscito ieri sera estremamente esplicativo: "Non è il caso..".
Giovedì prossimo ci vedremo, anzi, per la prima ora del vostro incontro, vi vedrete, per le 15 davanti alla scuola. Io vi raggiungerò dopo in qualsiasi posto voi siate anche allo steso pub dove siamo capitati ieri sera, così giusto per prendere qualche manganellata in allegria. Ciò è quello che io il Dottor Maranga e Pietro 'Roberto Saviano' abbiamo deciso dopo l'imperdibile incontro di oggi pomeriggio nel quale non ho la più pallida idea di cosa Demetrio Salvi e Federico abbiano detto. Sai che novità..
Giovedì prossimo vi voglio tutti belli tonici, sopratutto nell'ora in cui farò sentire la mia assenza, così prendete tutte le decisioni importanti prima che la cosa degeneri in supermegaiperstronzate alle quali do sicuramente un contributo superiore al 24%. Cosa dire di più. Probabilmente nulla. questo è un post che serve forse sopratutto a me per prendere il via nello scrivere qualcosa su questo blog.

P.S. Drive-in o no abbiamo capito chi è che deve prendere in mano la situazione. CAZZO!!!!

Drive In - Parte II

Stavolta dare un titolo era decisamente più facile...
Poiché sono stato assolutamente bastardo a lanciare l'intenzione di parlare e poi fuggire come un codardo, è giusto che prima di andare a dormire soddisfi la curiosità (di nessuno, parliamoci chiaro; però mi ha fatto piacere che abbiate finto in modo convincente).
Sarebbe stato moooolto più bello dirlo di persona, ma Corso Salani la pensava diversamente, così ha preferito dare il colpo di grazia alle palle di tutti noi, dopo averle sfiancate con il suo bellissimo film. Mai titolo fu più azzeccato di "Gli Occhi Stanchi". Stanchi de vede' quaa mer... bene, chiedo scusa, sicuramente c'è chi avrà apprezzato.
Arriviamo al dunque (se Dio vuole direte voi). Per come la vedo io, abbiamo due strade davanti a noi. La prima è la più semplice; fare qualcosa per noi e noi soltanto. Non è da buttare via, per carità. Scrivere un libro di saggi o qualcosa di simile, organizzare una piccola rassegna da qualche parte. Sicuramente roba tosta, certamente tutt'altro che proibitiva. Non serve dilungarsi molto, tutti noi sappiamo quali potrebbero essere le modalità. Qualcosa di "normale".
La seconda è naturalmente più complessa e, parlo per me, assai più stuzzicante. Il drive-in ne è l'emblema. Però, sempre secondo me, ha più senso darsi veramente da fare e tentare qualcosa che apparentemente sembra improponibile. Dare non solo a noi stessi la soddisfazione di aver tirato fuori qualcosa di buono, ma alla gente qualcosa per cui entusiasmarsi, per cui stupirsi. Sembra un discorso elettorale... comunque, spero di essermi spiegato.
Tornando al drive-in. Mi ha sinceramente stupito l'entusiasmo con cui è stata accolta quella che a stento era una proposta. E, lo ammetto, mi sono gasato. Mentre Corso e Galeazzo ciarlavano, ho divagato parecchio con la mente. Forse trovare il posto non è impossibile. Claudia (qui inizio con i nomi, augurandomi di non sbagliare) ha un bell'agriturismo a Potenza che, mi dicono, fa parte della comunità europea. Quindi non serve il passaporto. Non l'ho vista molto entusiasta all'idea di metterlo a soqquadro (sì! Ho potuto usare soqquadro in una frase!!! Era dalla prima elementare che ci provavo!), ma tant'è. Una buona mazzetta ha sempre fatto miracoli. Elena ha un giardino dove, parole sue, potrebbero entrarci una trentina di macchine. Mica poche. C'è da contare il fatto che una macchina, come minimo, vuol dire due persone. Se la matematica non è un'opinione, nonostante i miei ripetuti tentativi di contraddire questa massima, fanno sessanta individui. Io ho una casa in campagna. Palestrina, vicino Zagarolo, 40 km da Roma. Giardino. Non c'entrerebbero più di una ventina di macchine, a occhio e croce. Non so.
Veniamo ai problemi. Non esistono solo quelli legati ai diritti dei film. Organizzando una cosa del genere da un privato, immagino servirebbero comunque dei permessi. Soprattutto se, come presumo, si chiederanno soldi (o droga e prodotti locali) agli avventori. Mi viene per esempio in mente la mia casa in campagna. E' all'interno di un piccolo comprensorio di quattro villini. Tanto inquinamento acustico. Dubito che i vicini ne sarebbero estasiati. Forse è un inconveniente risolvibile. Credo che tutti voi abbiate visto almeno un film o qualcosa in cui fosse rappresentato un drive-in. Poiché lo schermo era distante da alcune vetture, davano una sorta di altoparlante da ficcare in macchina per l'audio. Non so tecnicamente come sia realizzabile una cosa del genere, ma annullerebbe il rumore del film all'esterno.
Chiedo scusa, mi sto dilungando veramente troppo. Queste cose a voce sarebbero parse più corte. Ma chissene, me ne sbatto. Leggete che dico cose forti.
Ho sentito una cosa veramente interessante due giovedì fa, detta da una ragazza il cui nome sono quasi sicuro sia Silvia. Ha usato la parola marketing. Per lanciarsi in un'avventura simile, è fondamentale mettersi bene in testa il target di persone a cui si "venderebbe" il prodotto. Ne abbiamo parlato, più che altro accennato, con Pietro e Elena. Non si può pensare di metter su un drive-in e proiettare film di Bergman. Il film da drive-in per antonomasia è l'horror. Ma anche il western, come diceva giustamente Pietro (la scelta dei film e dei generi naturalmente sarebbe di tutti, non c'è bisogno che lo dica). Io ho lavorato per un anno in una videoteca e so che la massa due cose ha affittato ininterrottamente senza quasi leggere la trama. Il porno e l'horror. E' chiaro che, pensandoci bene, io metterei a raffica film come "La Casa (Evil Dead)", quel capolavoro di "Bubba Ho-Tep" o roba trash-splatter. Ci sono un mucchio di film di questo genere che da noi non sono arrivati, ma che si possono rimediare sottotitolati in italiano. Il punto non è questo, lo tiro fuori solo in modo discorsivo. Altrimenti sembra che arrivo e detto legge; col cacchio, rimango sempre il signore di due cose per ora... quelle dell'altro post.
Mi sembra di aver detto tutto, o quasi. Vorrei capire quanti di noi sarebbero davvero disposti ad inseguire questo progetto. Altrimenti non vi parlo più, stavolta senza ripensamenti. Scherzo...
Qualsiasi cosa decidiate di fare, potrete contare sul mio 24%.

P.S. vedersi e parlarne seriamente non sarebbe male, vi invito tutti a casa di qualcuno di voi.

Saluti e baci

martedì 27 aprile 2010

Daocmuqne

Come potete notare, non mi piace dare titoli. In realtà non ne sono troppo capace, perciò ho digitato a caso lettere sulla tastiera. Prima di tutto, anche se ho già espresso un conciso parere come commento del post inaugurale, volevo rinnovare i complimenti all'autore di questo blog. Bella la scelta dei Power Rangers come header e la foto di Lucky Luke sulla destra. Sì, header è una parola che ho imparato da poco e non vedevo l'ora di usarla.
Ok, idiozie a parte. Cercherò di essere serio, per quanto il mio cervello lo consenta, perché vorrei condividere un sogno cinefilo con voi, ragazzi belli e simpatici. Non è precisamente un suggerimento per il lavoro che, spero, ci accomunerà nei prossimi mesi e ci porterà alla ribalta dell'universo, facendo di noi i signori indiscussi del creato. Anche perché per ora bisogna mantenere i piedi per terra, come sto facendo io. Poiché in questo momento (occhio alla poetica citazione) siamo i signori di due sole cose, del cazzo e della merda.
Insomma, vi racconto queste cose, magari ne nasce casualmente un'idea parallela decente. Non che le vostre siano da buttare, anzi. Ma volevo tentare di dare il mio contributo, rimanendo sotto la soglia del mio 24%.
Dovete sapere che, fra le mie troppe manie e passioni, sono assolutamente assuefatto dalla cultura americana. Musicale, anni '50 e '60 soprattutto, ma anche in altri campi. Come, naturalmente, il cinema. Forse il proposito era inconsciamente in me già da prima, ma la vera svolta è sicuramente segnata dall'incontro con uno scrittore texano, Joe R. Lansdale. Che, fra le altre cose, ho avuto il piacere e l'onore di conoscere in carne ed ossa. Lui, per chi non lo conoscesse, è una mente geniale e contorta. Capace di scrivere di tutto in modo sempre ineccepibile. Il suo più grande romanzo, almeno secondo il mio modestissimo (ma quando mai...) punto di vista, si intitola: la notte del drive-in. Non mi posso permettere una lunga digressione sull'autore in questa sede. Comunque. E' questa la parola magica: drive-in. Estati calde e appiccicose, dove l'unico sollievo è dato da quel rifolo di vento che puntualmente si palesa ogni due ore, carcasse di auto che si mettono in moto con uno sputo e quattro ave maria, corpi di adolescenti infoiati che si avvinghiano l'uno all'altra con foga e inesperienza. Terra secca e polverosa, carretti di hot-dog, bibite e popcorn. E il grande schermo. Maratone di film, possibilmente horror, che solo un vero appassionato segue con devozione e dedizione. Gli altri, quelli meno sfigati, hanno la lingua nella gola della dama di turno. Mentre Jason, Freddy, Micheal e Faccia di Cuoio sventrano avvenenti donzelle. Mentre Ash si taglia una mano. Mentre scorrono fiumi di sangue.
Mi auguro di essere stato abbastanza evocativo. Vi assicuro che potrei continuare per giorni. Questo è il mio sogno. Uno dei tanti. Complicato, probabilmente, da realizzare. Semplice da esporre a voi.
That's all folks.

Saluti e baci

... a proposito di Supereroi

"Dunque, l'elemento fondamentale della filosofia dei supereroi è che abbiamo un super eroe e il suo alterego. Batman è di fatto Bruce Wayne, l'Uomo Ragno è di fatto Peter Parker... quando quel personaggio si sveglia la mattino è Peter Parker, deve mettersi un costume per diventare l'uomo ragno ed è questa caratteristica che fa di Superman l'unico nel suo genere. Superman non diventa Superman, Superman è nato Superman. Quando Superman si sveglia al mattino è Superman, il suo alter-ego è Clark Kent. Quella tuta con la grande 'S' rossa è la coperta che lo avvolgeva da bambino quando i Kent lo trovarono, sono quelli i suoi vestiti. Quello che indossa come Kent, gli occhiali, l'abito da lavoro, quello è il suo costume, è il costume che Superman indossa per mimetizzarsi tra noi. Clark Kent è il modo in cui Superman ci vede, e quali sono le caratteristiche di Clark Kent? È debole, non crede in se stesso ed è un vigliacco. Clark Kent rappresenta la critica di superman alla razza umana [...]".

Bill

venerdì 23 aprile 2010

Cucina Indiana, Vino... Brain Storming

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