mercoledì 19 maggio 2010

Girovago

Sono profondamente d'accordo con chi sostiene che il freak non deve essere per forza considerato come mostro, o come persona talmente eccezionale da dover essere additata dagli altri come "strana". Probabilmente è vero che nella società moderna siamo tutti un po' freak, ma non credo sia questo il punto, almeno per me. Ciò che m'interessa di più non è tanto metter in luce una figura eccezionale che per la sua diversità si distingua da tutto il resto del globo terrestra, ciò che vorrei analizzare è il senso di malessere generale che accomuna alcuni tipi di persone che non trovano nella società odierna una soddisfazione o quel senso di appartenenza proprio di coloro che si sentono (ma davvero lo sono?) perfettamente integrati. A questo tema è collegato quello della solitudine, figlia bastarda di tale stato di cose.
Non so se si può definire freak colui che prova ciò che ho appena descritto, forse in un senso più ampio del teermine sì. Spesso, però, delle parole si fa un uso che può divenire abuso.
Per quanto riguarda il concetto di metropoli, collegato a tutto ciò che ho detto, io lo intendevo, come ho anche provato a dire nell'incontro di giovedì scorso, non come una causa dello stato di cose sopra descritto, ma solo come un punto di riferimento geografico con il quale verrebbe più facile confrontarsi. Questo perchè è una realtà con la quale siamo a stretto contatto nella vita di tutti i giorni.
C'è ancora da discutere molto su questo tema, e Dio solo sa quanto mi riesce fastidioso e particolarmente scomodo fare sedute pseudo-psicoanalitiche. ma questo è quanto bisogna fare se qualcosa si vuol quagliare...
Se qualcuno non avrà capito nulla di ciò che ho scritto forse gli sarà più chiaro attraverso le parole di chi meglio di me ha saputo usare una penna...

Girovago

In nessuna
parte
di terra
mi posso accasare

A ogni
nuovo
clima
che incontro
mi trovo
languente
che
una volta
già gli ero stato
assuefatto

E me ne stacco sempre
straniero

Nascendo
tornato da epoche troppo
vissute

Godere un solo
minuto di vita
iniziale
Cerco un paese
innocente

Campo di Mailly maggio 1918

(Giuseppe Ungaretti)

Nessun commento:

Posta un commento